Le origini della Barbera - parte 1
Parlare di Barbera significa prendere in considerazione un vino e la cui storia ha radici antichissime. La sua prima comparsa storiografica risale addirittura al lontano 1512.
Uno dei dibattiti che più hanno interessato gli appassionati dell’enologia riguarda l’articolo che precede il nome del vino Barbera. La diatriba ha scomodato linguisti, giornalisti e letterati, senza trovare una soluzione definitiva. Oggi la convenzione vuole che con il termine femminile “la Barbera” si indichi il vino, mentre con il maschile “il Barbera” ci si riferisca al vitigno da cui si ricava la bevanda. In ogni caso, parlare di Barbera significa prendere in considerazione un vino e la cui storia ha radici antichissime. Ci sono fondate ragioni per ipotizzare che il vitigno Barbera venisse coltivato già in epoca medievale. A questo periodo infatti risale la sua prima comparsa storiografica: in un atto catastale del comune di Chieri datato 1512 si segnala per la prima volta la presenza di vigneti di Barbera. Nel corso del ‘700 il Barbera si diffuse rapidamente in tutto il Monferrato, l’astesano e l’alessandrino, mentre nel territorio delle Langhe arriverà intorno al 1860-1870. Il Barbera è entrato nel novero dei vitigni piemontesi grazie al suo inserimento nella prima versione della “Ampelografia”, redatta nel 1798 dal Conte Nuvolone per la Società Agraria di Torino.