CI PIACE RACCONTARE STORIE DAVANTI AL CAMINO E A UNA BOTTIGLIA DI VINO.

E lo facciamo in compagnia di una ragazza dalla bellezza struggente, la #Barbera.

 

 

Barbera e champagne stasera beviam

Per colpa del mio amor, pa ra pa pa

Per colpa del tuo amor, pa ra pa pa

Ai nostri dolor insieme brindiam

Col tuo bicchiere di Barbera

Col mio bicchiere di champagne

 

Così cantava Gaber, e così cantiamo ancora noi. 

 

Perché se è vero che con il Bricco dell’Uccellone di Braida (prima vendemmia 1982) in un contesto in cui la Barbera era considerata un vitigno di scarso prestigio, Giacomo Bologna reinterpretò la Barbera e cambiò le sue sorti, crediamo che sia comunque necessario restare aderenti alla sua storia e alla sua essenza. Una storia epica, fatta di terra pesante, sudore, tendini e muscoli al gelo, vendemmie calde e profumate, gesti antichi pieni di poesia, nuvole appese alle colline e tradizioni che non vogliono evaporare nella frenesia tecnologica di questo mondo.

 

Vogliamo mantenere e rinforzare il legame profondo e fertile tra i produttori, la terra, la vigna, il territorio e gli appassionati. Vogliamo che la Brigata sia nel tempo e nello spazio, un momento di scambio e un luogo di incontro. Vogliamo proteggere una sapienza antica, un modo di vivere che è prima di tutto un modo di essere. E possiamo solo chiudere con Cesare Pavese, con il suo ritratto vivido e potente che ha in sé tutto quello che non ci manca: 

 

Anche tu sei collina

e sentiero di sassi

e gioco nei canneti,

e conosci la vigna

che di notte tace.

Tu non dici parole.

C'è una terra che tace

e non è terra tua.

C'è un silenzio che dura

sulle piante e sui colli.

Ci son acque e campagne.

Sei un chiuso silenzio

che non cede, sei labbra

e occhi bui. Sei la vigna.

È una terra che attende

e non dice parola.

Sono passati giorni

sotto cieli ardenti.

Tu hai giocato alle nubi.

È una terra cattiva –

la tua fronte lo sa.

Anche questo è la vigna.

Ritroverai le nubi

e il canneto, e le voci

come un'ombra di luna.

Ritroverai parole

oltre la vita breve

e notturna dei giochi,

oltre l'infanzia accesa.

Sarà dolce tacere.

Sei la terra e la vigna.

Un acceso silenzio

brucerà la campagna

come i falò la sera.

 

CESARE PAVESE, Verrà la morte e avrà i tuoi occhi

(Torino, Einaudi 1951)

 


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